Alle accuse del Wall Street Journal che ha denunciato come la Raffineria Isab di Priolo sta lavorando greggio russo per rivenderlo ai vari Paesi di Europa e Americhe, i vertici dell’azienda hanno risposto che loro operano sul libero mercato e vendono i loro prodotti liberamente rispettando i contratti in essere e rispettando soprattutto le leggi.

La Isab nega che Litasco – società svizzera che commercializza i suoi prodotti – abbia venduto negli ultimi mesi un solo litro di prodotto raffinato proveniente dal polo siracusano negli Stati Uniti. Diego Bivona, presidente di Confindustria Siracusa, è rimasto sorpreso del video prodotto dal WSJ che lascia intendere intendere che la società italiana, indirettamente controllata dal colosso russo Lukoil, stia eludendo le sanzioni internazionali contro il commercio del petrolio russo.

Il WSJ, inoltre, nel suo video-servizio, spiega che sono le norme sulle sanzioni Usa alla Russia a consentire «di raffinare il greggio russo in un Paese al di fuori della Russia e di inviarlo negli Stati Uniti». Ascoltando con attenzione il video del quotidiano americano non si rileva alcuna accusa di elusione dell’embargo da parte di Isab semmai una ricostruzione di come gli Stati Uniti stiano trattando queste vicende in un ambito, quello energetico, che ha ovvie ripercussioni anche sulla sicurezza nazionale. In Usa, spiega il WSJ, le sanzioni stabiliscono un’eccezione per qualsiasi bene di origine russa che sia stato sostanzialmente trasformato in un prodotto di fabbricazione straniera.

E dunque l’elusione non sembra esserci.



Lascia un commento