Studio Socio Economico sulla Comunità Valenziana

POPOLAZIONE E TERRITORIO

La Comunità Valenciana negli ultimi tre decenni ha occupato un posto importante nella geografia della Spagna e ha dato una grande contribuito allo sviluppo dell’intera economia spagnola e alla crescita del Paese iberico. In particolare è una delle regioni autonome che più è stata capace di attrarre la popolazione, soprattutto dalle campagne verso gli agglomerati urbani.

Infatti, il modello demografico della Comunità Valenciana ha come principale caratteristica una costa intensamente popolata, mentre l’interno è più spopolato. È la conseguenza di una combinazione di fattori geografici e socio-economici che sono chiaramente visibili nelle province di Valencia e di Castellón. Le condizioni orografiche e climatiche assieme alle reti stradali costiere più sviluppate, hanno prodotto, in una specifica e ristretta parte del territorio, una polarizzazione dell’economia e della popolazione.

Lo spostamento verso le città degli abitanti delle campagne dell’entroterra ha caratterizzato l’esodo rurale dei primi del Novecento. Tuttavia, questo modello ha subito alcune modifiche nell’ultimo decennio a causa dell’espansione metropolitana, dell’aumento delle infrastrutture di trasporto e della crescita parallela della popolazione e delle attività economiche. Questo ha generato una zona di transizione peri-urbana tra la costa e l’interno.

L’attrazione della popolazione è stata la base della crescita demografica. I flussi interni dell’esodo rurale, cui si sono aggiunti gli emigranti di altre comunità autonome, favoriti dall’espansione turistica e industriale – che aveva avuto luogo dalla metà del XX secolo e infine, nella crescita economica tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI. Inoltre, l’intensa immigrazione straniera, prodotta da molteplici origini e motivazioni, ha contribuito al popolamento delle città costiere.

Questa continua capacità di ricevere nuovi flussi di popolazione ha contribuito a far sì che la Comunità Valenciana sia uno dei territori più popolati di Spagna, paragonabile ad altre regioni europee densamente popolate, come la Pianura Padana in Italia e la Ruhr in Germania. Allo stesso modo, l’immigrazione ha ringiovanito la struttura demografica e promosso una società diversificata o plurale. Per tutte queste ragioni, questo dinamismo migratorio è diventato uno dei principali punti di forza della Comunità Valenciana.

Come il resto del Paese, la Comunità Valenciana sta affrontando affronta importanti sfide socio-demografiche e territoriali: l’invecchiamento, l’integrazione della popolazione di origine straniera, l’emigrazione della popolazione, insieme agli squilibri derivati ​​dallo spopolamento rurale o dall’agglomerato accelerato.

L’ANALISI DEMOGRAFICA

Tra il 1950 e il 2015 la popolazione della Comunità Valenciana è raddoppiata, incorporando quasi 2,7 milioni di abitanti. Tale crescita è stata molto significativa nel contesto nazionale, a eccezione del primo decennio analizzato, (1950-1960): la crescita è stata nettamente superiore a quella della media spagnola, in particolare nel decennio 1960-1979, l’anno dello sviluppo in cui sono stati a due cifre gli incrementi.

Nel bilancio dell’intero periodo 1950-2015, la Comunità Valenciana è cresciuta demograficamente a livello nazionale del 14,4%, mentre la Spagna intera è cresciuta dall’8,2% al 10,7%. Tali variazioni dei dati demografici riflettono le vicissitudini socio-economiche del Paese.

Il decollo demografico si è verificato negli anni Sessanta, con un aumento medio annuale superiore al 2%, quando la regione ha vissuto un dinamismo e uno sviluppo senza precedenti per i settori produttivi industriali e turistici. L’espansione delle città si è estesa fino al decennio degli anni Settanta, anche se con l’1,6%, un tasso leggermente inferiore, e più moderato negli Ottanta e Novanta, quando giunse al termine la transizione demografica, si verificò la Crisi petrolifera e la Recessione negli anni 1992-1993. Inoltre ha anche contribuito il cambiamento verso un modello di produzione terziaria e la riconversione industriale. E, benché queste trasformazioni, la regione valenciana, in Spagna, è ancora un centro di attrazione per i flussi migratori interni, grazie al suo sviluppatissimo settore del turismo.

Il XXI secolo, sotto la forte spinta dello sviluppo economico, ha aggiunto una media di 120.000 abitanti per anno tra il 2001 e il 2008. Una crescita di tipo esplosivo è scaturita dai crescenti settori dell’edilizia e del turismo, il vero motore dell’economia valenciana. Una fase, però, che è stata violentemente soffocata dalla crisi economica globale e, in particolare, dall’esplosione della bolla spagnola del mattone he ha creato diversi milioni di disoccupati nell’edilizia. Un settore che dal 2009 al 2015 ha sofferto parecchio, contribuendo alla recessione economica. Nel 2008 la Comunità Valenciana ha superato i cinque milioni di abitanti, e ha anche subito una fase di stagnazione, cui sono seguite perdite demografiche tra il 2013 e il 2015 a causa della crisi e della disoccupazione e anche per la politica di rimpatri a pagamento per i lavoratori stranieri incentivati dal Governo centrale di Madrid. Infatti, l’alto tasso di disoccupazione ha fermato i flussi migratori, incentivando, però, la fuga all’estero dei giovani professionisti e lavoratori valenciani, costretti a lasciare casa per dirigersi verso la Germania, i Paesi bassi e la Scandinavia in cerca di opportunità professionali.

I flussi di migranti interni e il progressivo invecchiamento delle generazioni del baby boom hanno ripreso quasi al medesimo ritmo dei primi del Novecento. Benché con ritmi diversi, l’aumento della popolazione delle province valenciane, ha percorso la strada raccontata, nel periodo 1950-2015.

La maggiore crescita demografica appartiene alla provincia di Alicante che, grazie allo sviluppo dell’edilizia e del turismo, ha triplicato la popolazione, grazie anche a un territorio meglio distribuito nei nuclei urbani e le aree industriali già preesistenti dell’interno (vedi Alcoy, Elda, Villena, Novelda, ecc.).

Alicante ha aumentato la popolazione del 45,6% a livello regionale., consolidando il peso demografico di quasi dieci punti percentuali, dal 27,5% al ​​37,2%. L’aumento è stato più contenuto, invece, nelle province di Valencia e Castellón, contribuendo la capitale al 44,7% dell’aumento regionale, mentre la seconda città al 9,6%.

La provincia alicantina ha registrato i cambiamenti più rilevanti, ottenendo il picco storico all’inizio del secondo Millennio con il +3,5% annuo, che equivale a più di 400 mila abitanti tra il 2001 e il 2008, molto maggiore all’1,9% di Valencia. Castellón, invece, in ritardo, ha copiato il modello di sviluppo socio-economico di Alicante degli anni Novanta, ottenendo il massimo tra il 2001 e il 2008 e registrando una crescita del 3%.

Recentemente, sia la Bolla immobiliare sia la Pandemia di Covid-19, hanno generato una contrazione nella crescita demografica di Alicante e di Castellón. Questo fenomeno si basa sul forte calo del tasso di natalità (dall’11,5 per mille del 2008 all’8,9 del 2014), che si avvicina al livello del tasso di mortalità (8,4 per mille nel 2014), o che è uguale a zero crescita e persino negativo.

È probabile, secondo gli esperti, che presto un periodo di crescita economica e benessere permetterà un aumento del tasso di nascita la nascita. Tuttavia le nascite zero potrebbero essere limitate considerando l’impatto dell’invecchiamento sul declino delle generazioni in età riproduttiva e l’aumento del tasso di mortalità, insieme all’instabilità dell’occupazione e alle difficoltà dei genitori di conciliare vita familiare e vita professionale.

La regione valenciana non è diversa dal resto della Spagna rispetto a una dinamica regressiva naturale.

La popolazione è grandemente influenzata dall’unione dell’evoluzione con le dinamiche naturali e le variazioni delle tendenze demografiche tra il 1998 e il 2015 dimostrano l’accelerazione del declino, molto visibile in Europa. Esiste una marcata diminuzione di giovani tra i 15 anni e i 29, che se nel 1998 erano il 24% della popolazione della regione valenciana, nel 2020 erano il 12,3%. E se si considera che questi giovani dovranno supportare la popolazione attiva del futuro, la situazione è più che preoccupante.

È, invece, cresciuta la popolazione tra i 40 anni e i 59: dal 23,5% al ​​32,1%, creando un effetto di pressione sul mercato del lavoro.

L’aumento dell’invecchiamento ha creato la quarta età (dagli 80 anni in poi) che conta oggi l’8,3% della popolazione valenciana rispetto al 6,1 del 1998. La quarta età tenderà a crescere nei prossimi decenni parallelamente con l’aspettativa di vita che tra il 1991 e il 2020 è cresciuto di 7,8 anni. Parlando di uomini e donne, invece, le donne sono leggermente in numero maggiore nella popolazione: 98 uomini per 102 donne, in particolare tra le over 65 e le generazioni precedenti, a causa della loro maggiore longevità: 129 donne per 71 uomini.

 

IL VETTORE SOCIO-ECONOMICO

La Comunità Valenciana ha accolto con successo le nuove forze demografiche: nel 2022 un terzo dei residenti è nato al di fuori di Valencia e gli stranieri sono quintuplicati. La regione valenciana, così, conferma la sua storica predisposizione e permeabilità a essere considerata una comunità autonoma in grado di offrire grandi opportunità socio-economiche, soprattutto nelle ampie aree agricole della regione.

Con l’avvento del XXI secolo la regione raggiunge un equilibrio più conforme alla Spagna: quasi 91mila abitanti tra il 2002 e il 2007, e questo nonostante i rimpatri dei disoccupati prodotti dalla crisi del mattone. La crisi economica iniziata nel 2008 ha interrotto i flussi verso le altre regioni autonome: tra il 2008 e il 2014 oltre 16 mila abitanti in meno nelle sedici comunità.

Nel XXI secolo è lo scambio con lo straniero la variabile demografica con il maggiore impatto, tra il 2002 e il 2008 il saldo esterno della Comunità valenciana ha aumentato di 120mila abitanti all’anno, mentre la media nazionale è stata di 18mila abitanti. Tuttavia la crisi economica ha avuto ancora un effetto più acuto nella caduta del numero degli immigrati dall’estero, superato dai deflussi degli ultimi anni (tra il 2012 e il 2022 ci sono state perdite di oltre 60mila abitanti. La diminuzione dei migranti è un fenomeno temporaneo che, con la ripresa economica, ancora una volta, crena grande attrattiva in ambito socio-economico a livello internazionale, poiché in ogni Paese le potenzialità demografiche capaci di emigrare sono molto limitate.

Nel 2022 sono 789.654 gli abitanti con passaporto straniero nella regione valenciana, che rappresentano il 14% della popolazione e sono superiori di 4 punti alla media nazionale (nel 1998 era solo il 2,5% la percentuale degli stranieri). La presenza degli stranieri ha rivoluzionato la struttura socio-demografica di Valencia, ringiovanendola e contenendo il processo d’invecchiamento e la sua incidenza è stata particolarmente intensa nei segmenti della popolazione in età attiva, poiché la fascia di età tra 25 e 49 anni concentra il 47,1% della popolazione straniera, 11 punti in più rispetto i residenti di nazionalità spagnola.

Invece, l’intervallo degli over 65 anni rappresenta solo il 13,6% degli stranieri, rispetto al 19,1% degli spagnoli: tale differenza sarebbe maggiore considerando il numero più vecchio di stranieri provenienti da Paesi europei ricchi.

Gli stranieri sono stati artefici del 78% dell’aumento della popolazione tra il 2002 e il 2022, ma hanno anche prodotto molte perdite negli ultimi anni (185.331 abitanti tra il 2013 e il 2015) e per questo il peso di questi è sceso di 3,5 punti. Il picco degli stranieri è stato raggiunto nel 2010 con il 17,5% di stranieri nella regione valenciana. La provincia di Alicante concentra il 52% degli stranieri della regione, la partecipazione degli stranieri è significativamente inferiore nella provincia di Valencia, 9,8% (leggermente inferiore alla media spagnola, 10,1%), mentre Castellón è in una posizione intermedia (14,9%). Questa polarizzazione è una conseguenza del grande volume raggiunto dalle colonie di europei ad Alicante, la maggior parte dei quali pensionati ad alto reddito (per lo più britannici, tedeschi e olandesi) che hanno scelto di risiede tutto l’anno nella comunità attratti dall’offerta immobiliare locale e da un clima gradevole. Ad Alicante gli stranieri di altri Paesi dell’Unione Europeo (senza considerare Romania e Bulgaria, che sono lavoratori migranti), è di 166.0931, un quarto del totale degli stranieri residenti in tutta la regione.

C’è una grande presenza di cittadini extra comunitari ad Alicante e la maggior parte di loro segue il modello dei cittadini dei Paesi ricchi dell’Unione Europea: sono un sintomo del turismo residenziale che è simile alle sunbelt, ovvero le aree residenziali della California e della Florida, benedette da un clima piacevole.

Le altre province iberiche vedono una predominanza di lavoratori migranti, per lo più rumeni e bulgari che valgono il 21,3% di tutti gli stranieri presenti nella Comunità valenciana, con una maggiore presenza a Castellón. Al secondo posto ci sono i latinoamericani e i maghrebini (rispettivamente il 15,3% e il 14,1%). I latinos sono più presenti a Valencia, mentre gli africani a Castellón e ad Alicante. Seguono gli asiatici (6,3%, di cui quasi la metà di nazionalità cinese) e i sub-sahariani (2,8%).

Gli analisti prevedono un declino demografico con una stagnazione della popolazione, un maggiore invecchiamento della società e la perdita di popolazione attiva. Se fosse giusta la previsione dell’INE (Istituto di Statistica Spagnolo, ndr) entro il 2029 la popolazione della regione valenciana si ridurrà a 4.723.199 abitanti contro gli attuali 4.980.689.

A preoccupare è il calo del 37,2% nella fascia di età tra i 30 e i 44 anni: la popolazione di età pari o superiore ai 65 anni aumenterà del 32,8%, superando di gran lunga quella dei più giovani tra 0 e 19 anni (25,7%, 16%). Sarà il dinamismo economico dell’area valenciana a invertire le tendenze demografiche regressive: la regione deve ricominciare ad attrarre popolazione generando nuove opportunità professionali e stimolando il tasso di natalità. Vale a dire, che la Comunità Valenciana è ancora una volta un vettore socio-economico per l’intera Spagna.