Salito a 3 mila il valore sotto cui non sono tassati fringe benefits concessi dall’azienda ai lavoratori, ora è corsa contro il tempo per utilizzare il nuovo “bonus”. Bonus che sarebbe più corretto chiamare sostegno al caro-vita. La misura valida per il 2022 è contenuta nel decreto legge Aiuti-quater ed eleva a 3 mila euro, dai 600 precedenti, la soglia di esenzione fiscale e contributiva dei benefit per i lavoratori. Ovvero quei beni che l’azienda può offrire al dipendente, tipicamente buoni pasto, auto aziendale, telefonino. Per il 2022 vi rientrano però anche le utenze domestiche di gas e luce. Ma vediamo come funziona l’agevolazione a vantaggio di aziende e lavoratori.

Posto che è stata allargata la soglia di esenzione e le categorie di beni, con la novità del rimborso delle bollette dei lavoratori, già il decreto Aiuti bis chiariva le tempistiche strette. Rientrano nella soglia esentasse le somme erogate entro il 12 gennaio 2023 ma nel caso delle utenze domestiche solo per consumi effettuati nel 2022. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito la misura una «tredicesima detassata per aiutare i lavoratori a pagare le bollette». La misura però rischia di interessare una porzione ridotta di dipendenti. Critico infatti il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: «I fringe benefit non ci convincono molto. Primo perché la platea dei lavoratori che usufruisce di queste agevolazioni è molto ridotta, i primi conteggi parlano di circa un 17% quindi molto pochi; secondo non ci convince perché si sposta la palla nel campo delle imprese». Che possono decidere o meno di usufruire dell’agevolazione.



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