Confimpresa, preoccupata per il balzo dell’inflazione, l’associazione del commercio moderno, chiede una moratoria contro gli aumenti dei canoni delle locazioni commerciali. «Serve un intervento a livello governativo che preveda la moratoria dell’aumento Istat per l’affitto di immobili commerciali, senza peraltro escludere la necessità di rivedere i modelli contrattuali in essere qualora la crisi dovesse protrarsi nel medio-lungo periodo» dice Mario Resca, presidente Confimprese.

L’aumento degli affitti andrebbe a pesare ancora di più sul conto economico del retail insieme alle altre voci di costo a partire luce e gas, trasporti, materie prime e personale mentre i fatturati sono in sofferenza. Il peso dell’affitto sul giro d’affari finora è cresciuto al 22,2% dal 18% degli anni pre Covid per un negozio di abbigliamento mentre per un ristorante si è passati dal 12 al 12,6%.

«Se vogliamo evitare la chiusura dei negozi e il ridimensionamento dell’occupazione il Governo deve intervenire subito sull’esempio di quanto fatto con il Decreto legge 95 del 2012 per la pubblica amministrazione, per cui l’aggiornamento Istat dei canoni di locazione è stato congelato per dieci anni» continua Resca. Per quanto riguarda il domani il presidente prevede che nei prossimi mesi i ricavi del retail caleranno mentre per gli affitti si prevedono «aumenti a doppia cifra, superiori al 10%, mettendo in crisi le imprese».

All’estero il problema è già stato affrontato. In Francia si cercano di contenere i rincari con misure specifiche per le attività del retail e per le famiglie e lo scorso 16 agosto è stato introdotto un tetto massimo al 3,5% all’aumento dei canoni. In Germania sono in corso discussioni sulle misure da adottare mentre in Spagna a fronte di un’inflazione che ha superato il 10% è stato introdotto un tetto massimo dell’indicizzazione pari al 2%, applicabile fino a fine anno ai contratti d’affitto per gli immobili ad uso residenziale.



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